ciao a tutti. primo post, ma vi seguo da tempo.
ho disperatamente bisogno di un aiuto, per capure che è successo:

porto questo rullino (Tmax400), per me molto prezioso, a sviluppare (visto che lo sviluppo è cosa troppo delicata e non avendo la CO in casa non ho molto tempo per dedicarmici), in attesa di chiudermi in CO per stampare.
ieri sera, quando sono passto a ritiralo, il fotografo vede i negativi e nota una certa componente magenta. "dovono ancora rimanere un po' a bagno, mi sa, passa domani".
stamattina mi consegna tutto, provini inclusi .
noto una riga nera su tutti i provini&negativi, esattamente al centro. tutto da buttare, completamente irrecuperabile.
escludendo che si tratti della tendina della macchina (altri rullini scattati successivamente non hanno avuto questo problema), avete idea di che si possa trattare?

potete vedere i provini qui:
http://i6.photobucket.com/albums/y202/ingemarstenmark/smz0001.jpg

conto su di voi.

Può trattarsi di un problema di polvere all'interno della macchina, oppure tra i feltrini del rullino (cosa più probabile). Ma la cosa ancora più probabile è che la cosa dipenda dall'incuria del fotografo e dalla sporcizia delle sue tank di sviluppo e di questo sarebbe certamente responsabile il laboratorio.
Nel primo caso, puoi tranquillamente togliere la polvere con una pompetta (STANTO BENE ATTENTO A NON TOCCARE NEPPURE CON IL PENSIERO LE TENDINE DELL'OTTURATORE E LO SPECCHIO REFLEX) per evitare che il problema si ripresenti. Nel secondo caso, la prossima volta fai attenzione a come e dove conservi i rullini. Magari, prima di inserirne uno nuovo, dai una pulita ai feltrini, delicatamente e senza forzare, se no finisce che li apri e la pellicola prende luce. Nel terzo caso, come dice il proverbio: "chi fa da se fa per tre, ed è servito come un re".
Io non ho quasi mai usato le Kodak Tmax o le Ilford Delta (non amo le pellicole con struttura a grani tabulari) ma mi sembra di ricordare che il colore del supporto delle Tmax sia normalmente tendente al magenta dopo lo sviluppo (ma da chi diavolo vai, di grazia?).
Adesso, però, devi starmi a sentire. Trovi il tempo di chiuderti in C.O. per stampare (sicuramente il passaggio più difficile dell'intero processo) e non trovi il tempo di sviluppare da te? Scusa se te lo dico, ma la cosa ha dell'incredibile. Per sviluppare un rullino occorre pochissimo spazio e basta seguire le indicazioni semplicissime fornite con i fogli di accompagnamento delle pellicole: a prova di bambino. L'inserimento della pellicola nella spirale della tank è semplice, anche se si deve operare al buio completo, davvero basta solo un minimo di pratica. Non buttare la pellicola rovinata: piuttosto usala per fare pratica nell'inserimento della stessa nella spirale. Vedrai che in poco tempo diventrai un vero esperto e sviluppando otterrai dei risultati inimmaginabili, pari a quelli ottenibili solo andando in un laboratorio di quelli altamente professionali (e altamente costosi).
Ciao
Vincenzo

ho guardato la macchina, è perfetta (e anche abbastanza nuova), quindi...

sono tentatissimo, a questo punto, di sviluppare per conto mio. solo che, appunto, non avendo la CO incasa dovrei mobilitarmi due volte, quando di solito entro in CO solo per stampare.
sicuramente è colpa del fotografo, che è un laboratorio artigianale abbastanza affidabile, solitamente, ma sicuramente non tornerò mai più da lui.
devo solo ri-imparare a sviluppare...sono un po' di anni che non faccio pratica.

Caro TX, per sviluppare non è indispensabile la C.O. Basta mettere al buio un locale qualsiasi, anche uno sgabuzzino: davvero, occorre uno spazio minimo minimo, che possa essere facilmente reso buio. Una volta inserita la pellicola nella spirale, quest'ultima nella tank e dopo aver chiuso la tank con il suo coperchio a tenuta di luce, il resto si fa alla luce. Dopo che hai preparato i liquidi di trattamento, togli il solo tappo superiore della tank, versi i liquidi all'interno, richiudi il tappo e inizi ad agitare la tank secondo le indicazioni del fabbricante della pellicola. Davvero non ci vuol nulla.
Ciao
Vincenzo