wasabi
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Praticamente tutte le fotocamere digitali sono munite della impostazione b&w che simula la presenza di una pellicola in bianco e nero. In realtà i risultati sono spesso deludenti o, quanto meno, sono gli stessi che potremmo ottenere con PS trasformando la foto in scala di grigi. Per giunta in uno scatto in b/n non sarà più recuperabile il colore. Il consiglio è quindi sempre quello di scattare a colori e poi elaborare l'immagine con PS per ottenere un buon bianco e nero.
Questa operazione è un'arte e ognuno usa il suo metodo e ha i suoi segreti per ottenere neri profondi, bianchi non bruciati e grigi non piatti. Una delle tecniche più usate ed efficaci è il cosiddetto metodo 'Russell Brown' che prende il nome dal suo ideatore.
Personalmente ritengo che questo sia il sitema più accurato ed efficace perchè permette un controllo assoluto su come un singolo colore sia trasformato nel corrispondente tono di grigio.
1. Dopo aver aperto l'immagine ed effettuate le correzioni generali (rotazione se necessaria, taglio, eliminazione di imperfezioni come granelli di polvere ecc.) aggiungiamo un livello di regolazione tonalità/saturazione, in questo modo: Livello > Nuovo livello di regolazione > Tonalità/saturazione Questo livello lo chiameremo 'filtro' adottando il metodo di fusione 'colore' (queste impostazioni le effettueremo dalla maschera che si aprirà all'impostazione del livello). Quando daremo l'Ok si aprirà un'altra maschera che, per il momento non andremo a modificare, quindi diamo ok e proseguiamo.
2. Ora aggiungiamo un secondo livello di regolazione allo stesso modo del precedente solo che lo chiameremo 'pellicola' ed il metodo di fusione lo lasceremo sul default 'normale'. Quando avremo dato ok e si aprirà la seconda maschera, regoliamo la saturazione a -100 (praticamente togliamo tutto il colore e l'immagine si presenta in b/n).
In pratica abbiamo creato un supporto 'pellicola' in bianco e nero e, col secondo livello, abbiamo creato uno strumento che ci permetterà la regolazione dei toni esattamente come fa un filtro.
3. Ora apriamo la palette 'livelli' (in alto a destra nell'area di lavoro) e ci si presenteranno i tre livelli: sfondo - filtro - pellicola. Clicchiamo su filtro per aprire la maschera di controllo. Ora possiamo scegliere il metodo che più ci soddisfa tra una modifica 'composita' (di default) che, in pratica andrà a modificare tutti i colori della foto, oppure selettiva con la quale andremo ad agire sui singoli colori. In entrambi i casi agiremo principalmente sul cursore 'tonalità' che è quello che modifica maggiormente l'immagine e, se necessario, useremo anche la saturazione e, raramente, la luminosità. Spostiamo il cursore tonalità tutto a sinistra e lentamente, guardando il risultato, lo sposteremo verso destra fino alla fine annotandoci il numero, o i numeri, di percentuale che ci soddisfano maggiormente. In questo modo abbiamo avuto una panoramica di tutte le possibili variazioni. Scegliamo quindi una di quelle che abbiamo annotato e diamo l'ok.
La variante al metodo 'composita' consiste nel selezionare un colore ed agire sulla tonalità nel modo spiegato in precedenza. I colori da tenere in considerazione sono gialli, verdi e blu.
Come si è visto il medoto è semplice (sicuramente più semplice a farsi che non a spiegarlo) quello che è richiesto sono un po' di pazienza ed impegno per ottenere il bianco e nero più adatto continuando a provare finchè non escalmeremo la fatidica frase: 'è questo quello che cercavo'.
Ogni ulteriore contributo è, come sempre, graditissimo
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robot star
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Cara amica, se vuoi un vero B/N, con bianchi e neri puliti e tutte le varie tonalità di grigio, non ci sono santi: il sistema tradizionale è in assoluto il migliore. Se anche fra 20 o 30 anni dovessero sparire le pellicole a colori, quelle B/N resteranno sempre, proprio per questo motivo. Detto questo, non è affatto semplice realizzare delle foto digitali in B/N che si avvicinino, sia pur lontanamente, al vero B/N. Cerca dei buoni testi al riguardo: ti consiglio quello che vendono per posta sulle pagine di Fotografare, scritto da Sergio Ferraris, ma preparati a sudare le sette camicie su Photoshop. Ciao Vincenzo
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