MOSTRE

Nuovi Equi-Libri

Dove: Casoria

Quando: 22/28 ottobre 2016

da..…un commento critico di Francesco Gallo MAZZEO
Nuovi Equi. Libri
……………………. [Attraverso le opere di Giovanni Mangiacapra penetriamo in] un suolo elastico che bisogna leggere, ora con lente di ingrandimento, ora chiedendo aiuto al microscopio, perché bisogna entrare dentro e farsi simili e dissimili, per fare insieme la consistenza dell’evento, si, proprio dell’evento, che non si consuma mai ma si rinnova, non solo nelle nuove opere, ma anche in quelle già viste, perché il lento rilascio le fa essere, nella loro sfrontata semplicità, dei levia gravia, che non ammettono disattenzioni e marginalità perché sono rarefazioni musicali.
Francesco Gallo MAZZEO
Per info Indirizzo: Via Duca D'Aosta, 63, 80026 Casoria NA Orari: martedì / mercoledì / giovedì / domenica 10,00 -13,00 sabato 17.00 - 20.00
Telefono: 081 757 6167 Tel/Fax: +39 0817576167
info@casoriacontemporaryartmuseum.com
casoriacontemporaryartmuseum@hotmail.com


Storie

Dove: Galleria Gard - Roma

Quando: 26/10/2016 - 08/11/2016

TITOLO: STORIE
ESPOSIZIONE PERSONALE DELL’ARTISTA: VINICIO BUTO’
A CURA DI: Sonia Mazzoli STAFF: Silvia Cicio
DOVE:GARD Galleria Arte Roma Design - Via Dei Conciatori 3/i (giardino interno) M Piramide
INAUGURAZIONE: Mercoledì 26 Ottobre 2016 dalle ore 18.00 alle ore 22.30
DURATA ESPOSIZIONE : Dal 26 Ottobre all’ 8 Novembre 2016
ORARI: Dalle 16.30 alle 19.00 - dal lunedì - al sabato ( altri giorni e orari su appuntamento)
INGRESSO: libero - Infotel: +39 340.3884778 - Infomail: soniagard@gmail.com

La GARD Galleria Arte Roma Design presenta con estremo piacere, la prima esposizione personale dell’Artista Vinicio Butò, che racchiude alcuni scorci del suo lavoro artistico, una selezione tra le opere più significative a testimonianza di un percorso artistico che è frutto di anni di creatività, sperimentazione e tecnica. Nei lavori dell’artista Butò si notano netti riferimenti Cubisti e Metafisici, molte opere nascono da emozioni personali provate dall’autore a seguito di eventi spesso drammatici della nostra storia, da qui la scelta del titolo “ Storie”, sarà possibile visitare l’esposizione da mercoledì 26 ottobre fino a martedì 8 novembre.
Cenni biografici
Vinicio Butò - LA MIA STORIA:
Fin da bambino ho avuto a che fare con il disegno, ma non come di solito fanno i bambini che fanno disegni di fantasia. A me piaceva fare ritratti, riprodurre le sembianze umane. Quando avevo otto anni i miei genitori mi regalarono una scatola di acquerelli. Cominciai così ad avere a che fare con il colore, e lo ricordo con molta gioia. Intorno ai 14 anni iniziai ad utilizzare l’olio. Dipingevo principalmente paesaggi ed alcuni miei quadri vennero venduti a turisti americani che visitavano Napoli, città dove vivevo. Terminato il Liceo scelsi la facoltà di Ingegneria, e dopo la laurea ho lavorato come ingegnere per 50 anni, senza però mai lasciare la pittura e, soprattutto, la voglia di esprimere, in modo personale, il mio mondo interiore. Fui presentato al pittore Emilio Notte, che accettò di farmi da maestro. Erano gli anni ’60. L’incontro con Emilio Notte è stato per me determinante; mi insegnò a guardare la realtà con occhio da pittore e ad esprimere sulla tela la realtà che avevo dentro, non quella oggettiva esterna. Si è aperto per me un intero mondo. Ho cominciato a seguire la filosofia del cubismo e della pittura metafisica. Ho utilizzato tutte le tecniche: grafite, pastello, olio, acrilico, collage, materica. I temi dei miei quadri sono sempre stati storie di vita, avvenimenti recenti che mi avevano colpito. In quel periodo ho conosciuto altri pittori importanti. La moglie di Emilio Notte, Maria, pittrice anch’essa, che apprezzò la mia pittura e che volle presentarmi a Mario Persico. Bruno Donzelli, con cui passai un Capodanno a dipingere insieme a casa sua. A Parigi conobbi Lucio Del Pezzo, che mi accolse con amicizia essendo anche egli allievo di Emilio Notte. Mi diede utili consigli soprattutto di carattere tecnico.


Negli anni 2000 sono rimasto isolato per molto tempo. A seguito della malattia di mia moglie, ho smesso di lavorare e di dipingere. Nel 2015 ho ripreso in mano i pennelli ed ho ritrovato la mia pittura. Ho pensato, studiato e realizzato un ciclo di quadri ispirati alle forti emozioni provate a seguito di eventi drammatici della nostra storia recente. Rappresentano il mio desiderio di partecipare al dolore con la visione purificatrice della pittura.

Scrive di lui Laura Bargellini
Sulla formazione di Vinicio Butò ha una notevole, anche se indiretta, influenza, la visione delle forme artistiche che hanno attraversato il Novecento, in particolare: il cubismo, il futurismo e la pittura metafisica. Le opere di Butò tendono alla costruzione di uno spazio “racchiuso” e nello stesso tempo immaginifico, libero da qualsiasi convenzione stilistica, sorretto da un uso appropriato delle tradizioni costruttive, una assoluta continuità tra l’elemento formale e l’insieme, con un intenso contatto con la realtà. L’artista sceglie il colore come mezzo per far vibrare la segreta realtà della anima, usandolo nella quasi totale purezza, come valore assoluto, riuscendo così a svincolarsi dalla realtà oggettiva delle cose. Butò vive le proprie opere come esperienza interna e i mezzi espressivi che utilizza, quali la forma e il colore, si compendiano nella trascrizione fedele della sua risonanza emotiva, che la realtà produce nel suo animo. Questo amore per l’Arte lo induce a rappresentare una pittura affascinante, per il sottile equilibrio tra la solidità formale e la libertà immaginativa che egli coniuga genialmente attraverso la razionalità grafica e la capacità di una evocazione simbolica. Le opere di Butò garantiscono quella continuità tra arte e vita, che è l’idea base dell’artista. Con Butò ci siamo incontrati nel Luglio del 2016 e subito mi ha espresso come le forti emozioni di questo inizio del secolo, “fragori di violenze”, lo hanno indotto ad interpretare questo percorso artistico. Sorride, senza guardarmi, preso dai suoi pensieri mentre mi illustra i suoi quadri ed i suoi perché, ed in quel momento, mi appare come un adolescente che va fiero delle sue emozioni. Aggiunge: “sono stato in qualche modo costretto ad intervenire con la pittura, che è la modalità per me più confacente per stigmatizzare questi terribili accadimenti”.
Le parole scivolano veloci e chiare mentre mi illustra le sue ultime opere oltremodo significative.
Butò interpreta i suoi lavori attraverso diverse sfaccettature, un parallelo calzante potrebbe essere: un fulmine attraversa la volta celeste esprimendo tutta la sua potenza lasciandoci sbigottiti.
Subito dopo arriva il tuono più lungo, più profondo…devastante… che lascia segni indelebili.
Il filo logico e artistico di Butò è sempre coerente. Il suo primo quadro della rassegna 2016, intitolata Storie, interpreta la “rabbia” e la sopraffazione verso una parte dell’umanità: l’olocausto.
BIRKENAU è il titolo dell’opera. L’artista dipinge il campo di concentramento visto in lontananza evidenziando l’immobilità di un evento senza nessuna possibilità di fuga, dove l’effetto finale si evince dalla fossa comune dove i corpi giacciono senza pudore ed identità. Qui la mano dell’artista, con un ultimo senso di pietà, li colora pastellandoli di teneri toni cerulei come a volergli restituire quella dignità che la ferocia del regime aveva tolto loro. Senza speranza sono anche le “rotaie dei vagoni” che infrangono sulle mura del campo di concentramento senza via di ritorno. Butò dice: “sono voluto partire dall’olocausto per far capire che oggi, come ieri, con fredda determinazione, si possono sterminare popolazioni inermi”. Il filo conduttore è l’odio, che può essere di ordine razziale, religioso o di potentato. Un’analisi filologica è molto complessa, dice, ed è difficile da derimere, ma gli effetti sono sconvolgenti. Butò nel quadro NEW YORK 11-09-2001 è in grado di esprimersi su due piani. Quello emozionale e quello d’immagine. Notevole la soluzione strutturale del quadro. Una prima visione fotografica, poi la mano che interviene, rappresentandone gli eventi.
Le torri colpite da raggi rossi, come un’operazione chirurgica che sana ma, in questo caso, produce la tragedia che tutto il mondo amaramente ricorda. E ancora LA STRAGE DI BOLOGNA dove Butò invita a non dimenticare e sceglie con accuratezza gli elementi, i colori, le forme che riflettere in modo surrealista. Blocca il tempo per non dimenticare. In tutte le sue opere è in grado di trovare, con mezzi artistici puntuali, il significato profondo degli accadimenti, il filo spinato, una mare insanguinato, il ventre della madre lacerato, un sole nero che non splende e incapace di scaldare, strumenti musicali il cui suono è interrotto per sempre. Elemento comune nelle sue opere, utilizzato come filo conduttore, è la piccola, inerme ed infantile mano rossa che si arrende agli eventi che la sovrastano. Butò è un artista che trova con estrema immediatezza gli elementi pittorici, e assembla con senso costruttivo e coloristico con consapevolezza e pregevolezza artistica.
Cenni Storici GARD, Galleria Arte Roma Design, nasce nel 1995 con una specifica attenzione alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e all’utilizzo di materiali di recupero e riciclo per un eco-design ed un’eco-arte che rispetti l’ambiente-mondo e l’ambiente-uomo. Dal 1997 GARD sceglie come ubicazione uno spazio di 600 mq. tra il Gazometro e la Piramide Cestia, ex zona industriale del vecchio porto fluviale di Roma. Spazio multifunzionale che si presta periodicamente per esposizioni ed eventi di arte, design e cultura, affiancando attività di promozione a laboratori creativi dedicati alla manualità, dedicando una specifica attenzione alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici e all’utilizzo di materiali di recupero e riciclo. Il 20 ottobre 2011 la Galleria viene coinvolta nell’alluvione di Roma ed è costretta a chiudere. Ci vogliono tre anni per poter bonificare e riqualificare i locali, tamponare e far fronte ai molti danni, viene fatto un progetto e un intervento di riduzione spazi e nuova destinazione d’uso di alcune aree. Non manca mai in questi anni, la volontà e la grinta che l’ha sempre contraddistinta. Dopo un percorso di ricostruzione e di ripresa emotiva durato tre anni, GARD può finalmente riaprire nel novembre del 2014, con un numero minore di sale, ma con la qualità e l’originalità che da sempre la contraddistingue. E infatti, questo spazio torna con effetto immediato a rappresentare un importante punto nevralgico per gli artisti emergenti, un punto di raccordo e sperimentazione. Oggi sono circa mille le figure che operano nel settore artistico, tra architetti, designer, artisti e artigiani, che partecipano a rendere GARD unica a Roma.


Legàmi

Dove: Roma

Quando: dal 15 al 22 ottobre 2016

Legàmi
un progetto di Marina Zatta

Casa Internazionale delle Donne
http://www.casainternazionaledelledonne.org

15/22 ottobre 2016

Evento inserito nella programmazione della Giornata del Contemporaneo di
A.M.A.C.I.
(Ass. Musei di Arte Contemporanea Italiani)
http://www.amaci.org/ http://www.amaci.org/gdc/dodicesima-edizione/legami


Artisti:
Antonella Bretschneider, Laura Costantino, Lucilla D’Antilio, Rosella Frittelli, Maria Lepkowska, Rossella Liccione, Giovanni Mangiacapra, Cinzia Munari, Armando Palumbo, Clementina Penna, Barbara Sbrocca, Manuela Scannavini,
Angela Scappaticci, Simona Vitello

Collaborazioni.
Associazione di Volontariato Museum ONLUS
per l’organizzazione della visita guidata per non vedenti
www.assmuseum.it

Andrea Franco
per la presentazione del libro “Io Scrivo Per Voi”
https://www.facebook.com/ioscrivopervoi/?fref=ts


Inaugurazione 15 ottobre ore 18.30

Soqquadro propone alla Casa Internazionale delle Donne una mostra che ha come tema una riflessione sui Legàmi che intercorrono tra le Donne e la Società odierna; il titolo della mostra rimanda alla doppia interpretazione dei Legami visti nella loro accezione positiva, ad esempio i legami affettivi che supportano e riempiono la nostra vita e, al contempo, la correlazione con il verbo Legare inteso come gesto che incatena e riduce la libertà di movimento.

Nel passato le Donne erano relegate a una vita di sudditanza con il Maschio: Padre, Fratello, Marito, Figlio erano figure dominanti che gestivano e imponevano le scelte che determinavano la vita delle Donne. Questo limitare la libertà di scelta aveva come rovescio della medaglia una semplificazione dei rapporti sociali femminili, data dalla delega totale della propria esistenza.

Oggi, nel mondo occidentale, la condizione femminile è cambiata e, benché non siano stati totalmente risolti i problemi che determinano le diversità sociali tra Uomini e Donne, il livello di libera scelta delle Donne è aumentato. Le relazioni sociali si sono amplificate e con esse le scelte conseguenti: l’autodeterminazione femminile riguarda la vita affettiva, il futuro dei figli, lo studio, il lavoro, la relazione con la disabilità, questo ed altri fattori creano una complessità dei rapporti delle Donne con il Mondo che le circonda. I Legàmi si sono moltiplicati e con essi le libertà e le responsabilità, le tutele e le catene.

In questa mostra Soqquadro espone artiste ed artisti che, con le opere esposte, indagano sulle nuove complessità del vivere femminile, sotto tutti i molteplici aspetti che il nostro quotidiano richiede.

Tra le espositrici vi sono le scultrici di Mano Sapiens: mani che vedono, che creano, gruppo di cinque scultrici non vedenti nato recentemente con l’intento di sperimentare pienamente questa straordinaria capacità delle mani nel restituirci il mondo che ci circonda attraverso il semplice tocco. La mano nell’evoluzione dell’Homo Sapiens è il fattore distintivo rispetto agli altri esseri viventi. E questa stessa mano sapiente diviene protagonista quando una persona perde l’uso della vista.

Soqquadro nasce nell'ottobre del 2000 e da allora ad oggi ha realizzato più di 150 mostre in spazi pubblici e privati, in Italia e all'Estero, collaborando con circa 500 artisti, pittori, scultori, fotografi, video artisti, performer, designer.

La Casa Internazionale delle Donne è uno spazio vitale situato nel caratteristico quartiere Trastevere, nel centro di Roma. Lo spazio occupa il seicentesco palazzo del Buon Pastore, dove per oltre tre secoli sono state rinchiuse donne imputante di “trasgressione” alle quali venivano imposti dei rigidi percorsi di “pentimento”. Questo spazio è stato riscattato dal movimento femminista romano che lo ha trasformato in un luogo dedicato alle donne, fulcro di energie vitali.

Nella serata inaugurale Soqquadro dedicherà uno spazio alla presentazione del libro formato e-book “Io Scrivo Per Voi” raccolta di racconti ideata e curata da Andrea Franco il cui ricavato delle vendite sarà interamente devoluto alle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto.
All’iniziativa hanno aderito 285 autori di narrativa e poeti.
Alla serata parteciperanno gli scrittori: Greta Cerretti, Luca di Gialleonardo, Enrico Luceri, Simone Maria Navarra, Franca Riso, Monica Serra

Il 19 ottobre l’Associazione Museum, autorevole struttura di volontariato dedita da più di vent’anni alla diffusione dell’Arte tra la comunità di non vedenti di Roma, organizzerà una visita guidata per alcuni dei suoi soci, ciechi e ipo-vedenti

Date: dal 15 al 22 ottobre 2016
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.00/19.30 – sabato 9.00/13.00
Casa Internazionale delle Donne – Via della Lungara 19 – Via San Francesco di Sales 1/A
Info: cell. 333.7330045 – ass.soqquadro@gmail.com – www.soqquadroarte.it

Staff organizzativo: Silvia Cicio


Simone Benedetto - Black mirro

Dove: Cupra Marittima

Quando: 1/10/2016

La Galleria Marconi di Cupra Marittima sabato 1 ottobre alle 18.00 riprende la propria attività espositiva presentando Black mirror of society, mostra personale di Simone Benedetto, uno degli artisti vincitori del Premio Ora 2016. La mostra è a cura di Dario Ciferri ed è organizzata da Galleria Marconi e Marche Centro d’Arte.
Black mirror of society è la mostra che apre Di versi diversi?,rassegna che accompagnerà la Galleria Marconi durante la stagione espositiva 2016/2017. La Galleria Marconi si trova in c.so Vittorio Emanuele II n°70 a Cupra Marittima. La personale di Simone Benedetto potrà essere visitata fino al 29 ottobre 2016 con i seguenti orari: lunedì – sabato 16.30 - 19.30.
“Osservare il mondo attraverso uno schermo, un gesto così usuale da sembrarci ovvio: porre sempre tra noi e il mondo esterno un filtro capace di tenere lontano le cose brutte al punto da mostrarci solo quello che vogliamo vedere. Può essere questa un’analisi del nostro tempo? Andando a passeggio o stando in fila dal medico, quello che potremmo osservare è un insieme di persone che si isola e sta con lo sguardo fisso sul proprio smartphone, questo a patto, naturalmente, che noi stessi siamo disposti a staccare per un attimo gli occhi dal nostro schermo e a interessarci all’umanità intorno a noi. Con Black mirror of Society Simone Benedetto ci racconta tutto questo, ma non solo, perché se riusciamo a guardare la realtà oltre lo specchio/prigione dei nostri apparecchi elettronici, vediamo un mondo che si declina in molteplici solitudini, solitudini che lui coglie e racconta legate al mondo dell’infanzia. Le sue sculture sono allora un chiaro racconto delle diverse sfaccettature che l’infanzia può assumere sul pianeta: dai drammi dell’infanzia vissuta in zone di guerra, ai bambini lasciati sotto la tutela di uno schermo: tutto colto in un silenzio pieno di solitudine. Eppure in questo muoversi lungo lo specchio oscuro del nostro tempo c’è ancora il bambino capace di sognare, di incantarsi, di immaginare un mondo, di guardare un icosaedro e le sue facce. Esiste in fondo ancora la possibilità di cambiare prospettiva sulle cose, basta alzare la nostra testa e provare, magari per la prima volta, a guardare dall’altra parte degli specchi intorno a noi.” (Dario Ciferri)
“Cambiamo prospettiva sulle cose, cerchiamo di ritrovare un senso alle parole diverso da quello che normalmente diamo loro, arricchire lo sguardo, il senso, il tempo. Con i molti anni di attività che ho alle spalle, ho imparato che c’è sempre qualcosa da imparare, ecco vorrei che Di versi diversi? fosse la possibilità che ci si offre di riuscire a vedere le cose da un’altra direzione. Il verso è una prospettiva, è il percorso che facciamo e che spesso dobbiamo avere la possibilità di modificare. La nostra società è fatta di versi diversi che si incrociano e che permettono agli uomini di progredire. Cosa c’entra l’arte in tutto questo? Tutto: l’arte è ricerca, amore, linguaggio, ma soprattutto è un percorso che non può fermarsi all’apparenza, al comodo, allo scontato, proprio perché guarda all’anima dell’uomo. E verso poi è anche poesia e questo vorrà dir pur qualcosa…” (Franco Marconi)



Simone Benedetto - Black mirror of society

scheda tecnica/technical card

curatore/curator by Dario Ciferri
testo critico/art critic by Dario Ciferri

fotografia/photography Catia Panciera
allestimenti/preparation Pasquale Fanelli

dal 1 ottobre al 29 ottobre
from 1th October to 29th October
orario: lunedì-sabato dalle 16 alle 19.30
opening time: Mon-Sat 4 to 7.30 p.m.

Con il supporto di Ostello degli Artisti: http://www.appartamenti-cupramarittima.com

Info
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63064 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703

web http://galleriamarconi.it/
e-mail galleriamarconi@vodafone.it
Facebook http://www.facebook.com/galleriamarconi
twitter https://twitter.com/GalleriaMarconi


I biennale d'Arte contemporane

Dove: Rocca Paolina - Perugia

Quando: 1 ottobre 2016

Dal 1° al 16 ottobre 20016 a Perugia presso il Centro espositivo della “Rocca Paolina”
Biennale arte contemporanea Città di Perugia
Circa 130 artisti tra italiani e stranieri che partecipano all’esposizione nelle varie sezioni e mostre all’interno della biennale.

Perugia (Umbria - Italia) - Si svolgerà dal 1° al 16 ottobre la prima Biennale d’Arte Internazionale “Città di Perugia”. L’esposizione sarà allestita negli spazi del Centro espositivo “Rocca Paolina”, in pieno centro della città umbra. Sono circa 130 gli artisti, tra italiani e stranieri che partecipano alle varie sezioni e mostre all’interno della Biennale d’arte contemporaneo di Perugia che sarà allestita in un percorso, che si sviluppa all’interno del monumentale e suggestivo spazio della Rocca Paolina, in circa 600 metri quadrati.

L’idea della Biennale a Perugia è scaturita dalle riflessioni di gruppo di intellettuali e professionisti del settore dell’arte contemporanea e del settore mediatico che, grazie al sostegno della Fondazione culturale “Luciano Boccardini” di Perugia, hanno progettato una esposizione aperta a tutti gli artisti, senza limiti di età, sesso e nazionalità. Queste le sezioni: pittura (in tutte le sue espressioni), scultura, installazioni, disegno su carta e grafica, arte digitale, arte fotografica.

36 gli artisti, con nomi di rilievo a livello nazionale ed internazionale, che esporranno le proprie opere, tra cui: tra gli italiani l’artista, Piero Boni, il fotografo Roberto Carnevali vincitore del famosissimo IMS Photo Contest 2015; tra gli stranieri: l’artista cubano Pedro García Spinosa, l’artista peruviana Yelitza Altamirano Valle, il fotografo tedesco Heinz Schmidt capo dell’organo consultivo della Royal Photographic Society (RPS), la fotografa Inta Ruka che dopo in Italia dopo 17 anni, da quanto, nel 1999, con il progetto "Storie. Storytellers" - presentato insieme a Anita Zabilevska e Ojars Peterson - ha rappresentato il suo paese, la Lettonia, alla 48° Biennale di Venezia. Oltre ai grandi nomi molti talenti, alcuni dei quali individuati grazie alla rete.

Alla Biennale di Perugia parteciperanno, inoltre, molti altri artisti: nello spazio “Atelier spazi creativi”, dove verranno presentati i lavori di 5 artisti che oggi svolgono la propria attività a Perugia; ci sarà poi lo spazio “Oltre la Biennale” dove due importanti centri italiani, l’ANGA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) Umbria Onlus e CSF adams (Associazione Culturale Centro Sperimentale di Fotografia adams) di Roma parteciperanno con ben 6 mostre.

L’ANGA presenterà una collettiva di pittura di giovani, a cura di Serena Cavallini e Anna Belardinelli, che frequentano il centro. Il CSF adams presenterà ben 5 mostre e precisamente: la Mostra fotografica “Ritratto di Famiglia” di Gaia Adducchio, la Mostra fotografica “Terra, luce e carne” di Gabriele Agostini e Marco Di Meo, esposizione di ceramiche di Daniela Vacca, la Mostra collettiva fotografica “Il volto e la maschera”, “Teatro dell’ombra”, “Lampi, turbini e deflagrazione”, a cura degli studenti del CSF adams, che ha coinvolto più di 80 studenti del centro e la “Mostra di Riccardo”, 12 anni, il cui unico modo di comunicare del ragazzo è attraverso le immagini fotografiche. La Biennale Città di Perugia è patrocinata dalla Provincia di Perugia.

cs2016-1

Ufficio stampa
Patrizia Mari
+393381534743
patrizia.mari@biennalecittadiperugia.it
patriziamari.blu@gmail.com

Biennale Arte Contemporanea Città di Perugia
Centro Espositivo Rocca Paolina (Perugia) Italia
www.biennalecittadiperugia.it
info@biennalecittadiperugia.it

Marinella Ambrogi: marinellaambrogi@libero.it

Segreteria:
(IT) Alessandra Migliarini + 39 340 547 0989 - info@biennalecittadiperugia.it
(EN) Anna Meo +39 331 808 0800 anna.meo@biennalecittadiperugia.it


VIAGGIA CON ME A COSTO ZERO  

Dove: Bagnoli si Sopra

Quando: 29/09/2016

Il 29 di settembre alle ore 21:00 inaugurazione ,
della mostra personale dedicata alle fotografie  di Brigato Federico
che resteranno esposte fino a lunedi 3 Ottobre.  
nel teatro Carlo Goldoni di Bagnoli di sopra
l'iniziativa promossa dall'assessore alla cultura Cristina Minelle e sponsorizzata dall'AVIS sezione comunale di Bagnoli di sopra
ha come finalità' la condivisione di momenti di vita vissuta
raccontati attraverso immagini scattate in India, Malesia, Indonesia, Madagascar

Federico, dopo 40 anni vissuti all'estero, ha deciso di rendere pubbliche immagini inedite ed originali. Scene di vita raccolte lavorando per anni in Asia, Africa, Sud America e in molti altri Paesi. E' la testimonianza di un italiano che si "è esportato" per motivi di lavoro e ne ha fatto la sua ragione di vita.
 Una vita entusiasmante che gli ha permesso di girare il mondo, venendo a contatto con moltissime persone che gli hanno trasmesso messaggi ed emozioni, che lui stesso ha raccolto e immortalato con il suo "occhio fotografico", in una collezione piuttosto creativa.
 La sua fotografia consiste nella scelta di momenti, soggetti e inquadrature particolari, il suo personale modo di vedere il mondo.  Un pellegrinaggio tra vecchie strade e piazze per immortalare brandelli di quotidianità, lontano dai luoghi visitati dai turisti. Una finestra aperta su Paesi lontani, di cui ne mostra gli aspetti meno noti. Scorci di realtà, di vita comune, di mondi lontani, catturate dall'occhio a volte indiscreto di un fotografo curioso.
Ha utilizzato ogni mezzo di trasporto, spostandosi con barche, piroghe, e molto altro, per visitare isole e luoghi, ben lontani dagli occhi dei turisti e di tutto ciò che è commerciale.
Foto scattate  tra la gente, con lo zaino in spalla ,"On the Road" , immagini che raccontano espressioni e gesti, che sembrano dar vita agli stati d'animo dei vari soggetti, colori che "parlano", che fanno percepire il calore, gli odori e i suoni.
E' il racconto di un cittadino del mondo, fuori dagli schemi, che si trova a suo agio in ogni Paese. Un viaggiatore che ha condiviso l'esperienza con  la moglie Cristina, anche lei appassionata di fotografia. I due, assieme, hanno bussato alle porte, sono entrati  nelle case,  nei luoghi di culto.
 Vedremo vari Paesi da un punto di vista insolito, "gli occhi rivelatori di chi ci vive", con le loro diverse abitudini, usi e costumi. Sono le persone colte nella quotidianità a guidare l'obbiettivo della sua Canon.
Gli sguardi di vecchi e bambini resteranno nel nostro immaginario e sopravviverà a dispetto del tempo; foto prese al volo che mostrano luoghi così come sono, sempre dense di ricchezza narrativa , di segni, di gesti, di messaggi.  
L'obbiettivo e' quello di divulgare, informare , raccontare e divertire. E' questa prospettiva con cui si affaccia l'iniziativa, lasciando ad ognuno la propria interpretazione.         
La mostra allestita su richiesta di Sergio Fante, che dopo una lunga carriera fotografica si e' prestato a selezionare tra migliaia di scatti quelli che vengono proposti nella mostra fotografica, composta da 110 foto in formato 35x50. 
 L'autore sarà presente e disponibile a commentare e raccontare le immagini, con aneddoti legati a ciascuna di esse. 
 
  L’esposizione potrà essere visitata fino al 3 Ottobre,  seguirà poi in altre mostre in Veneto e numerose regioni del nord Italia.
 Verrà proposta a breve un'altra personale, con suggestive fotografie di altri viaggi in: Messico, Malesia, Marocco, Mozambico, Tailandia, Sry Lanka,... Il tema attorno al quale sarà allestita la mostra futura, saranno proprio i ritratti di gente comune dal mondo.  


CascinafarsettiArt 2016

Dove: Varco pigneto Roma

Quando: giovedi 22 settembre 2016

22 - 27 settembre 2016
Roma Via Fanfulla da Lodi 1 - VARCO - PIGNETO
inaugurazione giovedì 22 settembre ore 18,30

“Nessun limite, eccetto il cielo…”
(Miguel de Cervantes 1547-1616)
Il tema della presente edizione, Follia, Istinto, Sogno e Fantasia vuole essere un doveroso tributo ad una delle creazioni più alte e strabilianti della letteratura di tutti i tempi.
Giunta alla ottava edizione la manifestazione cascinafarsettiArt fotografia e non solo… promossa dal Centro Sperimentale di Fotografia adams, come da tradizione vuole essere una occasione di incontro e confronto tra autori affermati ed emergenti.
La presente edizione nasce in collaborazione con l’Istituto Cervantes Roma, con la Scuola Romana dei Fumetti, con l’Accademia di Cinema e Televisione Griffith.

Numerose le opere e gli autori presenti.

Ospite d’onore la fotografa polacca Kasia Darwinska con le sue immagini oniriche e fantastiche.

Espongono: Silvia Agostini, Sara Aguzzoni, Loredana Bardas, Filiberto Galli, Gianni Di Carlo, Mario Di Lorenzo, Roberta Marsigli, Leonardo Perri, Antonio Perrone, Souheila Soula, il piccolo Riccardo, Emanuela Rizzo, Alessio Vissani.

Saranno proiettate le opere di: Gaia Adducchio, Fabio Ferri, Alessandro Fiaschetti, Danila Labia, Andrea Pellegrini, Agnese Samà, Guglielmo Romano Schiavella, Cecila Signorini.

Proiezioni Video: Franco Bianchi, Jessica Tosi.

Saranno presenti le opere dei finalisti del concorso fotografico “Nessun limite eccetto il cielo…”e nel corso della manifestazione la giuria ne proclamerà il vincitore.
Concorso promosso da: Creative Art Contest

Saranno proiettate le opere degli studenti del Liceo Classico Statale Luciano Manara.

Ogni giorno incontri, seminari, workshop.

Per il programma completo e altre informazioni vai al sito http://www.cascinafarsettiart.it


cascinafarsettiArt fotografia e non solo…
http://www.cascinafarsettiart.it

produzione: Centro Sperimentale di Fotografia adams
http://www.csfadams.it


la Potenza della Materia, la F

Dove: Galleria Gard - Roma

Quando: 01/09/2016

la Potenza della Materia, la Forza del Colore, la Poetica del Segno
un progetto di Marina Zatta

Artisti:
Silvano Debernardi, Jeanfilip, Giovanni Mangiacapra,
Armando Palumbo, Tina Parotti, Simona Vitello


Riapertura 1 settembre ore 18.00

Il primo settembre alle ore 18.00 riapre alla Galleria Gard una mostra dedicata ai maggiori “Strumenti” della creazione di un’opera d’Arte: la Materia, il Colore e il Segno. Una Materia densa o impalpabile, un Colore monocromo o uno spazio coloristico variegato, un Segno spesso o sottile, ogni scelta che un’Artista compie non si relazione solo all’estetica, ma crea le fondamenta del Racconto e del Pensiero.

Nel lavoro di Silvano Debernardi il Segno e la Materia coincidono nelle striature di pneumatici impresse sulla tela. Nell’opera esposta il rosso si fa contrasto allo sfondo, per sottolineare con forza la simbologia della segnalazione/segnaletica dei Fuochi che si diramano lungo la via.

Jeanfilip utilizza nelle sue tele forti contrasti di Colore narrati con una Materia densa, corposa, che non solo riempie la tela ma vi emerge, si sporge in opere spesso di grandi dimensioni che trascinano lo spettatore in molteplici sensazioni, con un gioco di invadenza dello spazio attraverso il Colore.

Giovanni Mangiacapra evolve una poetica del Colore, sviluppata da molti anni, con la scelta di un fondo “altro” che si fa prepotente ed integra la narrazione con la Materia del cartone riciclato, nuova e contemporanea, legandosi al discorso dell’EcoArte.

Armando Palumbo inserisce, nelle sue foto bianche e nere, brevi note di Colore sbiadito: in una delle foto la figura di un Uomo, rappresentato con un colore ingrigito, sdraiato davanti al mare solcato da una barca, si contrappone e compenetra con la Natura sottolineando la simbologia del Viaggio attraverso la sua personale staticità.

In questa mostra Tina Parotti espone i suoi fiori realizzati con sagome di legno: il bidimensionale diviene così tridimensionale e l’utilizzo dei Colori vivi, arancio, rosso, viola, sottolinea con forza il gioco di lieve spessore, rimarcato dall’esposizione pendula che permette alle opere di ruotare.

Nel periodo espositivo si svolge un’esposizione di Moda e Accessori “Zero Spaccato” corredati dalle creazioni delle Ecodesigner Sonia Mazzoli e Simona Vitello

15 settembre 2016 ore 18.00 presentazione del libro: “Ai miei occhi” – Autrice Donna L’Ary – Edizioni Alpes - Presentazione di Marina Pompei

Date: dal 1 al 15 settembre 2016
Orari e giorni di apertura: dal martedì al venerdì – 1 e 2 settembre ore 18.00/21.00, dal 5 al 15 settembre ore 17.30/20.30
Galleria GARD via dei Conciatori 3/i
Info: cell. 333.7330045 – ass.soqquadro@gmail.com – www.soqquadroarte.it
Staff organizzativo: Silvia Cicio
Moda: Zero Spaccato – Dani Sol & Marina Zatta
Ecodesigners: Sonia Mazzoli, Simona Vitello


L'autre Paris

Dove: Nettuno (RM)

Quando: 30 luglio 2016

fotografie di
Fabio Rizzo


a cura di
Associazione culturale
V. O. M. Petrillo
Università Spaziale


spazio espositivo
via Carlo Cattaneo, 26 – 00048 Nettuno (RM)


inaugurazione
sabato 30 luglio 2016 ore 18:00


giorni e orari
da sabato 30 luglio a sabato 6 agosto 2016
dalle 18:00 alle 23:00


- INGRESSO LIBERO -


info line
328.8030094


Vita da Strega

Dove: Biblioteca Rispoli, Roma

Quando: 21 luglio 2016

Correva l’anno 1961. Il Premio Strega giunge alla quindicesima edizione. Raffaele La Capria, in partenza non considerato favorito, lo conquista con “Ferito a morte” battendo in finale Natalia Ginzburg e Giovanni Arpino dopo aver già messo fuori gioco Leonardo Sciascia e Lalla Romano.
Alle 18.30 di giovedì 21 luglio 2016, esattamente 55 anni e 15 giorni dopo la vittoria, La Capria e Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci promotrice dello Strega, insieme allo scrittore Roberto Ippolito, giurato in qualità di Amico della domenica, scavano nei ricordi del riconoscimento letterario italiano più importante.
Raccontano gli anni d’oro del Premio in occasione della mostra fotografica del maestro Carlo Riccardi “Vita da Strega”, alla Biblioteca Rispoli, in Piazza Grazioli 4 a Roma (aperta fino a sabato 30 luglio). È un appuntamento unico per godere contemporaneamente delle testimonianze sulla vita e sui retroscena della manifestazione e delle suggestive immagini in bianco e nero che immortalano emozioni e modi di essere dei protagonisti.
C’è una singolare coincidenza: La Capria, chiamato affettuosamente Dudù, e Carlo Riccardi sono nati entrambi il 3 ottobre. Il primo nel 1922, il secondo nel 1926. Stanno quindi per compiere, rispettivamente, 94 e 90 anni. Nella mostra, curata da Maurizio Riccardi e Giovanni Currado e nata da un’idea di Roberto Ippolito, lo stesso La Capria è ritratto e non solo con in mano l’assegno ricevuto da un milione di lire.
Il suo libro ha lasciato il segno, anche se la vittoria è avvenuta con un solo voto di vantaggio rispetto sia a Fausta Cialente che ad Arpino e grazie all’arrivo in ritardo di una scheda inviata per posta. Delle vicende di quell’anno incredibile e non solo di quell’anno parla Stefano Petrocchi, fra l’altro autore del libro “La polveriera”, pubblicato da Mondadori, che definisce lo Strega “da sempre un formidabile contenitore di storie, perlopiù a sfondo giallo”, ma, “beninteso, non il giallo oro che lo zafferano dona all’omonimo liquore dal sapore dolce e speziato”, sponsor sin dalla prima edizione del 1947 vinta da Ennio Flaiano.
A cominciare proprio dall’arguto Flaiano, con le fotografie di Carlo Riccardi (esposte in seguito alla paziente opera di ricerca e recupero dai negativi originali dell’Archivio Riccardi) vengono proposti gli “anni d’oro del Premio” dall’istituzione fino al 1971 e sfilano l’impeccabile Pier Paolo Pasolini, un giovanissimo Umberto Eco, l’attraente Elsa Morante, l’annoiato Alberto Moravia, tanti altri scrittori e i partecipanti alle serate delle votazioni come gli attori Alberto Sordi o Claudia Cardinale o il pittore Renato Guttuso.
Alla Biblioteca Rispoli, a pochi metri da Piazza Venezia nelle ex scuderie del quattrocentesco Palazzo Doria Pamphilj, vengono dunque ricostruiti con Ippolito i momenti salienti del Premio, di cui è regista Petrocchi, fino all’ultima edizione vinta da Edoardo Albinati, con “La scuola cattolica”, edito da Rizzoli. La Rispoli fa parte delle Biblioteche di Roma, il cui commissario Paola Gaglianone giovedì 7 luglio ha inaugurato la mostra con Antonio Debenedetti, finalista nel 1991 e nel 2001, e Ippolito; è intervenuto anche il critico Filippo La Porta.
Il Premio è animato dagli Amici della domenica, chiamati così per il giorno delle loro prime riunioni nel 1944. Sono loro il corpo elettorale da sempre: si tratta di quattrocento esponenti del mondo culturale che ogni anno, con due successive votazioni a Roma, scelgono il libro di narrativa vincitore.
"Vita da Strega" è anche un libro, presentato in anteprima nel corso dell'inaugurazione della mostra, dal titolo "Gli anni d'oro del Premio Strega - Racconto fotografico di Carlo Riccardi" (Edizioni Ponte Sisto). Il volume a cura di Maurizio Riccardi e Giovanni Currado, raccoglie una selezione di oltre 90 foto, una sintesi più ampia della raccolta presente all'interno dell'Archivio Riccardi, e si conclude con il commento di Stefano Petrocchi.


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