lancio una provocazione,non trovate che le ultime foto pubblicate, o meglio che in generale l'andamento delle foto pubblicate trasmetta troppo un non so che di artefatto?

Ciao Simone... le provocazioni, se costruttive, sono le benvenute, però dovresti definire meglio cosa intendi per artefatto.

Federico

beh caro Fede credo che Simone abbia evidenziato un sintomo ormai diffuso nel mondo della fotografia attuale, il binomio fotocamera-pc sostituisce e amplifica all'inverosimile l'effetto creativo che una volta si otteneva con sistemi molto più spartani come filtri o invenzioni in camera oscura. l'importante è sempre non esagerare e mantenere una logica di rapprersentazione della realtà, magari rafforzandola ma no invertendola.

Personalmente sono aperta alle elaborazioni che richiamino la pittura e mi piace parlare di immagini più che di fotografie.
Spesso i programmi di elaborazione mi aiutano a risolvere problemi che derivano dalla mancanza di strumentazione adatta...è il caso degli effetti di luce che utilizzo moltissimo in post..Questo assieme alle modifiche dei colori per ottenere una determinata resa emotiva credo siano le cose a cui più di frequete ricorro.
Come diceva Stefano, questo si faceva anche in passato..mi è capitato di recente di scoprire le immagini di Francesca Woodman...beh, non so davvero come facesse ad ottenere certi effetti...so solo che ci riusciva e senza PS e simili.

ciao a tutti

Infatti cari amici miei avete colto in pieno il mio discorso.
L'aggettivo artefatto è applicato alla fotografica come dici tu Stefano o all'arte come piace alla nostra Niquette?
Se prima non ci mettiamo d'accordo su cosa discutere potrebbe veni fuori un discorso troppo ampio e dispersivo. Viene una discussione sterile dove non c'è nessuna destinazione in vista.
La mia non vuole essere una polemica, ma solo dare un indirizzo di discussione su una problematica che in maniera più o meno forte sentiamo tutti.

Federico

simone
per come la vedo io più che di " artefatto " si dovrebbe dire " visualizzato o personalizzato. e c'è molta differenza.
"artefatto" da a pensare in negativo, in un qualche cosa di stonante, un pò dispregiativo, scadente ecc.
"visualizzato o personalizzato" da a pensare ad uno stile ben definito, ad una strada che l'artista ha intrappreso, ad un modo di presentarsi unico come fosse una firma.
Il primo "artefatto" in quest'arte che tutti noi amiamo e diamo per scontato, e che poi definisce per antonomasia la fotografia stessa è il bn.
E in natura non esiste un'immagine senza colori però noi continuamo a proporla.
Solo con la ricerca nel presentare il prorio lavoro si può arrivare a uno stile e lo stile è e rimmarrà sempre come elemento unico di riconoscimento personale.
Non esiste un'opera che non sia in grado di ricondurci all'artista che l'ha prodotta.
quindi non ha senso preoccuparsi se le foto sanno da artefatto perchè se veramente non lo fossero esse sarebbero prive dell'anima dell'artista.
quando fotografiamo ad esempio la Toscana è facile cadere nello stile di Fontana ,piccolo gioco di parole, è quasi inevitabile e per quanto bella possa essere l'immagine sa da copia, e così vale per tutti gli altri artisti.
ci sono stili talmente predominanti che è impossibile evitarli e questo a volte ci danneggia perchè veniamo sempre riconosciuti per l'altrui lavoro.
il mio sogno potrebbe essere quello di trovare uno stile tale da non essere confuso con altri ma forse questa oggi è pura utopia.

forse non c'è nulla che non sia stato già pensato, scritto e/o fotografato ma è così divertente provarci! :-)

ciao a tutti, inizio col dire che sono davvero contenta che la mia "provocazione" abbia suscitato tale interesse.
Inizio col rispondere a chi mi ha detto che con il termine "artefatto" si indica qualcosa di negativo.Forse ha ragione intendevo dare un giudizio in parte negativo.Da un po' di tempo mi interrogo sul rapporto tra la fotografia digitale e la sua elaborazione postuma.Lo dico già nella mia biografia che non ho grande confidenza con la digitale perchè nasco con la tecnica precedente e uso invece i vari programmi di grafica più per lavoro che per "produrre"(passatemi il termine) arte. La fotografia digitale mi serve per lo più da supporto per altro.Sono molto colpita da chi si mette a rielaborare il suo scatto dopo averlo effettuato.Per esempio ho notato nel tentativo di familiarizzare con la fotocamera digitale, che se da una parte il controllo istantaneo dello scatto mi può far rendere conto di molte cose, dall'altra il fatto di poter scattare quanto mi pare è come se mi desse l'alibi per pensare di risolvere molte cose dopo "tanto poi con il computer aggiusto..." Il punto è che si può correre il rischio,di non avere più quell'attenzione al fotografare che prima si aveva e con la scusante di eticcare tutto come arte di far passare molte cose mediocri come vera fotografia.
Datemi pure della testona ma per me fotografare è davvero cercare di scrivere con la luce, documentare,dare memoria,fornire altri punti di vista,emozionare qualcun altro cercando di trasmettere ciò che noi abbiamo avuto davanti agli occhi.Tutto il resto forse è altro.
Il momento dello scatto, quello in cui le nostre diverse facoltà diventano una cosa sola e il dito preme, dovrebbe essere quello in cui si sente un trasporto verso cosa si ha davanti e la rielaborazione postuma mi sembra togliere questa verginità alle fotografie e al motivo per cui sono state fatte.
Poi, che comunque esse possano essere comunque una forma d'arte, nessun può dirlo,in fondo chi può dire cosa lo sia davvero?Ci sono infiniti esempi di artisti che non vennero capiti e poi a posteriori sono stati infinitamente apprezzati.
Forse ho paura che non necessariamente "di più sia meglio" e con la digitale è inevitabile siamo tutti portati a scattare di più.
Ho la sensazione che possa essere iniziato come un processo si di massificazione della fotografia,che mi guardo bene dal giudicare negativo,ma che si stia diciamo rendendo via via più mediocre il livello,forse soprattutto nella fotografia a colori.
Mi vengono in mente le parole di un mio insegnante di fotografia che mi incitava sempre a domandarmi il perchè avessi fatto quella fotografia e non un'altra,il perchè avessi scelto un angolazione al posto di un'altra.Cercava in ogni modo cioè di farmi riflettere, pensare, usare la testa e il cuore e la curiosità e l'istinto....
Ciao a presto con altri mille cento iso-scatti!